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Parte la regola del 4+4 nelle rose a 25 elementi: le società italiane dovranno adeguarsi, anche sul mercato

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Pallone Serie A 2015 2016n
Quello che sta per iniziare sarà il primo calciomercato che si svolgerà in funzione dell’applicazione, anche in Italia, delle norme Uefa che prevedono una rosa composta massimo da 25 calciatori sopra i 21 anni, di cui obbligatoriamente almeno 4 devono essere cresciuti nel vivaio del club tra i 16 e i 21 anni, e altri 4 calciatori cresciuti nella stessa fase della carriera in qualsiasi squadra del campionato italiano. Le squadre possono poi utilizzare giocatori under 21, per quest’anno nati dopo il 1 Gennaio 1995, senza limiti.
Una bella sfida per molte società, considerato che il mercato negli ultimi anni ha spinto sempre più fortemente verso l’acquisizione di giocatori provenienti dai campionati esteri e tendenzialmente già formati da società estere.
L’introduzione della nuova norma potrebbe così cambiare le carte in tavola nelle trattative: le società potrebbero virare su calciatori italiani pur di completare la rosa rispettando i parametri imposti. Le strategie potrebbero essere molteplici: dal ritorno di qualche giocatore cresciuto molti anni fa nel vivaio, come nei casi dei portieri Mirante per la Juventus e Coppola per il Napoli, all’acquisizione di un folto numero di prospetti under 21 per allungare la rosa, lasciando magari qualche slot vuoto nella lista dei 25.
Ieri l’amministratore delegato della Juventus Beppe Marotta ha criticato i tempi dell’applicazione della regola, che pure era stata introdotta con deroga già l’anno scorso. Queste le sue parole: “Questa norma trova impreparato il calcio italiano. Prima avrei adottato dei rimedi e poi avrei fatto la riforma, devi ridurre la rosa e penalizzi quei giocatori che sono utili nell’economia di una stagione: soprattutto per una squadra come la Juve che è impegnata su 3 fronti con più di 50 gare”.

 

Alcune società si sono sempre mosse strategicamente sullo sviluppo dei calciatori italiani, come il Sassuolo. Anche l’Udinese, nonostante la scarsa presenza di italiani nella propria rosa, non dovrebbe avere problemi perché molti dei suoi stranieri sono stati ingaggiati giovanissimi e sono cresciuti nel vivaio friulano. E qui si mostra tutto il paradosso della norma, pensata e applicata per riportare nuova linfa al calcio italiano: non importa infatti che i calciatori siano italiani o stranieri, purché siano cresciuti fin da giovani nel vivaio del club.
Più complessa, invece, la situazione di altre big del calcio italiano: la Juventus, appunto, ma anche l’Inter, la Roma e la Fiorentina. Stanno, infatti, tutte cercando di portare nelle proprie rose giocatori cresciuti nei vivai dei club italiani.

 

Il Napoli vive una situazione intermedia, attualmente i giocatori di proprietà cresciuti nel proprio vivaio presenti ai blocchi di partenza della prossima stagione sono soltanto due: Lorenzo Insigne e Luigi Sepe, col secondo nemmeno certo della permanenza in azzurro. Rientrerà nella lista dei 25, a differenza dello scorso anno, Elseid Hysaj, nato nel 1994. Verrà considerato tra i calciatori cresciuti nei vivai italiani avendo militato fin dal 2011 nell’Empoli. Resterà tra gli under 21, invece, Alberto Grassi. Attualmente nessun problema, per la società partenopea, per i quattro giocatori provenienti da altri settori giovanili del campionato italiano: pur se non utilizzati con continuità, la presenza di tali calciatori in rosa è comunque folta.

 

Alberto Francesco Sanci – Redazione Napolisoccer.net


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